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LA CHIESA PARROCCHIALE

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I SANTI PATRONI E LA STORIA: I santi martiri Nazario e Celso sono i protettori di Arenzano e della sua Parrocchia. La tradizione narra di Nazario, nato a Roma intorno al 37 d.C, battezzato da S. Lino, peeseguitato ed esiliato da Milano e, del giovane Celso, suo compagno di apostolato che incontrò nella nella Gallia meridionale. Condannati dal governatore di Ventimiglia, Nazario e Celso scamparono miracolosamente al supplizio per annegamento in mare e approdarono quindi a Genova: a loro è attribuita l’evangelizzazione della Liguria negli anni 66 e 67 dell’era cristiana. La sosta di Nazario e Celso ad Arenzano è di questi anni; il cordiale incontro con la comunità locale avviene su una breve altura, all’incrocio di strade che vanno verso i monti e verso il mare: un luogo nel quale si tramanda memoria e dove dapprima viene impiantata una semplice croce a testimonianza dello storico episodio, allorché il Vescovo Ambrogio rinviene e propone alla devozione i resti dei due sepolti a Milano, sorge la primitiva cappella (Sec IV), successivamente ingrandita

ARTE: Una prima chiesa è costruita verso il VII-VIII secolo: si tratta di una Rettoria dipendente dalla Pieve di Voltri in stile protoromanico e sorge sul luogo dove prenderà posto il presbiterio della grande chiesa che sarà edificata nel XVIII secolo e avrà un possente campanile  con la facciata rivolta verso  Sud. Nel 1349 l’edififio sacro viene ampliato raddoppiandone la superficie e spostandone la facciata sul lato Ovest. Nel 1585 si provvede ad un ulteriore ingrandimento allungando posteriormente il corpo del fabbricato; oltre la metà del lato settentrionale si eleva il nuovo campanile mentre quello primitivo viene in parte demolito dopo l’istanza per ottenere licenza di Parrocchia. Nel 1630 la chiesa di Arenzano diventa aricepretura autonoma. Nel 1672, durante la guerra fra Genova e Piemonte, l’area del tempio è fortificata con due baluardi muniti di cannoni. L’anno 1691 vede vanificato il tentativo di un nuovo ampliamento….”si smorzò la carità e cessò il lavoro”. A seguito della decisione di intraprendere una nuova costruzione nel 1703 si afferma la progettazione dell’architetto Antonio Maria Ricca, l’agostiniano Padre Marino dell’Assunta, già autore del santuario della Madonetta di Genova che propone un’originale soluzione con ampia navata unica a pianta ottagonale, ispiratagli dalla Madonna durante la celebrazione della S. Messa. Il corpo centrale, con la caratteristica copertura esterna in ardesia, sulla struttura  lignea ottenuta da un’orditura di alberi di velieri e con la volta interna di canicciato intonacato, è completato dalla parte abisdale e dall’atrio con la facciata a due campanili rivolta a levante. L’imponente edificio sacro barocco, capace di 5000 persone è consacrato il 28 ottobre 1771. Gli otto altari laterali, impreziositi da marmi, stucchi, colonne e quadri sono dedicati a San Giuseppe e a Sant’Erasmo, protettori dei naviganti e dei lavoratori delle ferriere e dei cartai. L’altare maggiore su cui si innalza il Crocifisso del Maragliano e ai cui lati risaltano le splendide tele dell’Assereto, è abbellito dal paliotto marmoreo di Solaro e Orsolino del 1632. La volta della cupola interna è affrescata nel 1866 dal pittore Francesco Semino: la scena maestosa dell’Ascensione occupa la parte centrale mentre 4 rappresentazioni di episodi della vita di Gesù (Risurrezione di Lazzaro – Disputa del Tempio – Ecce Homo – Tu es Petrus) figurano nei sottostanti riquadri laterali; una suggestiva Annunciazione è dipinta nella lunetta sopra la balaustra del presbiterio dello stesso Semino che realizza anche l’Ultima Cena sulla volta dell’atrio. Alla fine del XIX secolo l’interno della Parrocchia è arricchito da un pulpito marmoreo.

DISTRUZIONE E RICOSTRUZIONE: La Chiesa di Arenzano è gravemente danneggiata durante la seconda Guerra Mondiale; il 14 agosto 1944 un bombardamento aereo distrugge completamente con la copertura, la preziosa volta affrescata e la maggior parte delle opere interne, nonché il vasto pavimento policromo. La ricostruzione inizia nel 1946 con la ferma intenzione di recuperare l’importante monumento delle forme originali. Il 16 maggio 1948 si festeggia la copertura del tempio con il caratteristico tetto a forma di imbarcazione rovesciata. Sotto la guida dei parroci (Arciprete Servetto fino al 1955, Arciprete Dellacasa dal 1956 al 1998) e con il contributo e l’opera degli arenzanesi, la Chiesa ritorna all’antico splendore con il rifacimento dell’ardita e ampia volta ellittica (tra le poche esistenti al mondo) in mattoni, su cui riprendono vita  le precedenti raffigurazioni. L’altare maggiore che racchiude le reliquie dei Patroni e di numerosi altri Santi, consacrato dal Card. Siri nel 1957. Negli anni 60 Massiglio cura inoltre la decorazione pittorica del presbiterio con gli affreschi della volta (Gloria dei Santi) e del catino absidale (Sbarco a Genova di Nazario e Celso). Gli artisti Mauro Repetto e Angelo Petrucci portano a compimento la rifinitura dell’atrio dipingendo l’Ultima Cena sulla volta (anni 80). Nelle grandi vetrate compaioni i santi protettori di Arenzano. I patroni Nazario e Celso, San Giovanni Battista, Santa Caterina, San Bartolomeo, San Martino, Santa Chiara, San Pietro, San Sebastiano. L’imponente organo Mascioni trova sistemazione nell’abside nel 1961, continuando la sequenza degli strumenti prestigiosi al servizio della liturgia, situati anticamente nell’orchestra sopra il portone centrale. Negli anni 90 si procede alla coloritura di giallo – ocra dell’esterno e all’ampliamento del sagrato nel tradizionale stile ligure. Verso la fine del secolo il progetto per la sistemazione del presbiterio con l’aggiunta di una nuova mensa marmorea centrale e del relativo ambone (Arciprete G. Noli). La Parrocchia possiede un bel presepio genovese con statue lignee della scuola settecentesca del Maragliano. L’arca per la processione, opera di A. Brilla del 1874, con la raffigurazione plastica del martirio del Santi Nazario e Celso è esposta in occasione della festa patronale (28 luglio)

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